lunedì 23 giugno 2014

Docufilm - “Lei disse sì” di Maria Pecchioli

È Lei disse sì ad aver vinto sia il Premio per il miglior documentario italiano sia il Premio del pubblico al Biografim Festival 2014. Si potrà essere o meno d'accordo, ma le ragioni del duplice riconoscimento ci sono.

Iniziamo con la storia, che racconta il percorso verso il matrimonio di Lorena e Ingrid (per metà svedese), dall'annuncio a parenti e amici fino all'evento speciale in una Svezia dalla natura splendente, in cui alle coppie omosessuali sono riconosciuti diritti fondamentali come l'unione civile e religiosa.

Lei disse sì ha poi un'interessante preistoria. È il successo di un processo crossmediale iniziato quando le due giovani hanno deciso di aprire un videoblog per raccontare il loro viaggio verso un matrimonio insieme privato e politico. Con allegria e qualche imbarazzo, hanno così cominciato a filmarsi, supportate dalla regista Maria Pecchioli. Al blog è seguita una pagina Facebook. Il suo successo di pubblico ha attirato l'attenzione del quotidiano «la Repubblica», che ha chiesto a Lorenza e Ingrid di tenere un blog in 2-d. A questo punto è iniziato il crowdfounding su Produzioni Dal Basso che ha portato alla realizzazione del documentario. Un bel percorso, tutto in ascesa oltre che ripetibile.

Perché tanto riscontro da parte del pubblico del web? Evidentemente riprendere un matrimonio lesbico, anzi il proprio matrimonio, genera curiosità, può essere fonte di rispecchiamento, ma soprattutto mostra gli effetti dei tabù culturali che l'arretratezza della società italiana non è ancora pronta a superare.

Ma c'è anche il documentario in sé che, nella sua semplicità ed essenzialità, riesce ad emozionare. Viviamo con Lorenza e Ingrid il loro viaggio in macchina dall'Italia alla Svezia. Ascoltiamo parole pronunciate in primissimo piano da volti bellissimi e innamorati. Sono confessioni intime e delicate che ci avvicinano alle due giovani senza che ne accorgiamo, finché, con sorpresa, non ci scopriamo emozionati e non ci sembra di essere presenti, anche noi, al matrimonio e all'intenso discorso finale di Ingrid, che riassume lo spirito con cui Lei disse sì è girato.

Non pensate di assistere a critiche e contrapposizioni aperte o a drammatizzazioni retoriche o gridate. Il montaggio seleziona scene di un quotidiano che si svolge tra tante risate e qualche lacrima, con leggerezza e tanto senso dell'umorismo.

Credo che, di là dal suo serio messaggio politico, il successo di Lei disse di sì risieda proprio nella capacità di raccontare la storia di due donne che si sono conquistate un futuro diverso col sorriso che proviene dal sentirsi amate e stimate, dalla condivisione di momenti privati e pubblici speciali con amici, dove mancano parenti da cui si è ricevuto un rifiuto. E penso che dipenda anche da quell'amore e da quel senso di solidarietà che permeano tutto il documentario e che permettono di vincere le sfide inaggirabili per una persona o una coppia omosessuale.

Eppure, da questo punto di vista, Lei disse sì è anche un film universale sulla forza e sui sentimenti, sulla fragilità e sull'importanza di relazioni sociali forti.

Voglio concludere raccontandovi una scena, quasi all'inizio del film. Una mamma annuncia che al figlio che Ingrid e Lorenza si sposeranno in Svezia. Il bambino chiede: «Perché non Italia?». «Perché in Italia due donne non possono sposarsi.» «Perché? Mamma, dimmi, dimmi perché!» Non c'è risposta. Ecco un altro dei motivi per vedere Lei disse sì.






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